Le prime volte che utilizziamo il flash spesso i risultati sono poco soddisfacenti: se ci affidiamo agli automatismi della fotocamera in situazioni di scarsa illuminazione si ottiene la "classica" fotografia dove troviamo un soggetto fortemente illuminato dal lampo e uno sfondo poco illuminato (se non completamente buio). Il flash è la fonte primaria di luce: l’esposizione flash è fatta per il soggetto in primo piano e lo sfondo viene misurato dal sistema esposimetrico della fotocamera, avendo come risultato lo sfondo scuro sottoesposto (come nell'esempio della foto qui sotto). 

flash-fondo-buio

Noi vogliamo invece che la fotografia con il flash appaia la più naturale possibile: per questo è importante riuscire a gestire correttamente la fusione della luce proveniente dal flash con la luce presente nell' ambiente, anche in condizioni di scarsa illuminazione. Come fare allora?

Come descritto nell'articolo Flash TTL e Manuale, possiamo affidarci alle procedure automatiche flash-fotocamera. I moderni metodi di valutazione e calcolo permettono in molti casi di ottenere foto con un un buon equilibrio tra luce flash e luce ambiente, tra soggetto e sfondo, ma non sempre: dovremo "accontentarci" delle scelte e dei risultati forniti dall'automatismo.
Se invece si vuole ottenere un maggiore controllo sull’immagine, in modo da gestire tutte le situazioni ed ottenere risultati che si desiderano, Il primo passo è quindi abbandonare la procedura comletamente automatica: ma non sarà difficile. 

Vediamo nel dettaglio la regolazione dei tempi di esposizione, per valutare correttamente l'esposizione utilizzando la luce del flash, decidere quale peso dare alla luce ambiente e quindi quale risultato finale ottenere.

Il flash emette un lampo di luce rapidissimo, quasi istantaneo, mentre la luce ambiente è continua: così il tempo di esposizione permette di controllare, in modo indipendente, l'esposizione alla luce ambiente. 
Per questo quando dobbiamo bilanciare la luce del flash e la luce ambiente iniziamo dall'impostare la velocità dell'otturatore. Se si regola invece l'apertura del diaframma (o la sensibilità ISO) nel tentativo di modificare l'esposizione alla luce ambiente, si modifica anche l'esposizione alla luce del flash del soggetto.
E' un concetto fondamentale: entro certi limiti il tempo di esposizione non ha alcun effetto sull'esposizione alla luce flash

Per capire il funzionemento scattiamo alcune fotografie: fissiamo la sensibilità ISO, l’apertura del diaframma e la potenza del flash, modificando solo il tempo di esposizione.

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Si può notare come l'esposizione del soggetto (illuminato solo dal flash) sia rimasta uguale: lo sfondo però ha cambiato di luminosità, proprio perché la modifica del tempo di esposizione ha influenzato l'esposizione alla luce ambiente.
Il soggetto è sempre esposto correttamente: la cosa che cambia è la presenza della "luce ambiente", ossia l'esposizione di tutto ciò che non viene colpito dalla luce flash. La luce ambiente è controllata dal tempo di otturazione.
E' chiaro come non esista una "corretta esposizione" per il nostro sfondo: è una questione di gusto individuale. C'è quindi un discreto margine di manovra per quella che può essere considerato "corretta esposizione".

Tempi lunghi = ambiente CHIARO - Tempi brevi = ambiente SCURO

La procedura appena descritta è la cosiddetta Slow Sinc, impostare cioè dei lenti tempi di  esposizione per consentire di scattare una foto di un soggetto su uno sfondo correttamente esposto. Lo svantaggio è ovvio, naturalmente: rallentando la velocità dell'otturatore sarà necessario utilizzare un treppiede per evitare il mosso indotto dal movimento della fotocamera, soprattutto con tempi di posa lunghi come 1/15 di secondo o più lenti.

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